L’abbandono precoce è un problema che coinvolge un pò tutte le
Federazioni Sportive, in quanto non sempre i giovani che si avvicinano
o vengono iniziati verso una determinata disciplina sportiva, posseggono
i requisiti motori funzionali adeguati, oppure, cosa altrettanto grave,
lo sport prescelto non è “vissuto” in modo gioioso. Infatti, come
sosteneva Erwin Hahn in una conferenza tenuta a Roma nel 1980, sugli
aspetti pedagogici per l’avviamento allo sport, quando un giovane
abbandona precocemente l’attività sportiva, significa che si è sbagliato
qualcosa nell’impostazione dell’allenamento, ovvero non si è tenuto
conto delle sue primarie necessità.
I
bambini, in genere, quando si avvicinano ad una qualsiasi attività lo
fanno molto più volentieri quando ciò procura loro soddisfazione. Anche
per le attività motorie esiste questa regola poiché nel gioco c’è
l’imitazione dell’adulto è perché sfogano, naturalmente e con regole
sommarie, la loro istintività.
Appare evidente quindi che nelle attività motorie in generale ed in
quelle sportive in particolare, bisognerebbe mantenere un momento
gioioso durante gli allenamenti e le esercitazioni.
Come sostiene E. Hahn, sulla opinione del quale siamo perfettamente
d’accordo, prima dei dieci anni di età, i bambini non sono motivati a
seguire un allenamento organizzato per conseguire immediati risultati
tecnici.
Occorre quindi adeguare le proposte alle necessità dei piccoli.
Per
tale ragione che il rapporto con i bambini richiede una competenza
tecnica, fortemente integrata da una profonda cultura pedagogica; quindi
non una formazione esclusivamente tecnica, come è avvenuto nel nostro
recente passato, anche se per esigenze di regolamento che ci discendono
dall’attività internazionale, e per una mentalità di questo tipo che si
è andata costruendo nel tempo.
Per
queste ragioni l’Italia sostiene, in sede internazionale, l’elevazione
dell’età per i praticanti, in quanto se da una parte l’addestramento e
l’apprendimento motorio è necessario che sia fatto in età giovanile, non
è altrettanto necessario che, nella stessa età, si svolgano competizioni
al massimo valore agonistico.
Programmazione Didattica
La
scelta metodologica è essenziale, ma dobbiamo sottolineare che essa
costituisce solo uno degli aspetti della programmazione didattica,
all’interno della quale essa riceve una giustificazione e una
collocazione finalizzata.
La
programmazione didattica, infatti, costituisce nel suo insieme, una
condizione essenziale per il raggiungimento di una educazione motoria di
tipo permanente.
Ogni
azione, che sia diretta ad un obbiettivo preciso, deve essere
programmata.